Margini
Ai margini d’Italia c’è Grosseto. E tutto un cinema toscano decentrato che da sempre gioca con l’idea delle “Fughe da fermo” e dei rimpianti strozzati in gola come un “Ovosodo”.
Ai margini d’Italia c’è Grosseto. E tutto un cinema toscano decentrato che da sempre gioca con l’idea delle “Fughe da fermo” e dei rimpianti strozzati in gola come un “Ovosodo”.
Giunto in un villaggio di confine per seguire a distanza le riprese di un nuovo film, Jafar Panahi deve fare i conti con una storia d’amore che alimenta i rancori dei residenti, e allo stesso tempo deve confrontarsi con un altro rapporto di coppia tormentato sul set.
Il tempo sembra scorrere lentamente nella lontana terra incrinata e arida dell’Altiplano boliviano, dove un’anziana coppia quechua, Virginio e Sisa, porta avanti un’umile routine. Quando il nipote Clever si presenta alla loro porta, Virginio si accorge subito che è lì solo per convincerli a trasferirsi in città.
Il film prende spunto dalla rilettura filologica di A noi! di Umberto Paradisi, prodotto nel 1923 come documento ufficiale del Partito Fascista sulle giornate che portarono Benito Mussolini alla guida del primo governo dell’era fascista.
Breve e burrascosa storia d’amore, a Parigi, tra l’omicida di un poliziotto (Belmondo) e una studentessa americana (Seberg), prima che lei si stufi e lo denunci. Il film-bandiera della Nouvelle Vague, il manifesto del cinema che piaceva ai giovani redattori dei “Cahiers du Cinema”
Breve e burrascosa storia d’amore, a Parigi, tra l’omicida di un poliziotto (Belmondo) e una studentessa americana (Seberg), prima che lei si stufi e lo denunci. Il film-bandiera della Nouvelle Vague, il manifesto del cinema che piaceva ai giovani redattori dei “Cahiers du Cinema”
Il giorno dopo il matrimonio, Hermann Braun (Klaus Lowitsch) parte per il fronte lasciando sola la moglie Maria (Hanna Schygulla). Per sopravvivere, Maria diventa l’amante di un soldato americano nero (George Byrd), che uccide al ritorno del marito.
La giovane Effi (Hanna Schygulla) langue sul Baltico sposata a un barone molto più vecchio di lei. Dopo 6 anni viene a galla la sua breve relazione con un militare (Ulli Lommel), ed è l’inizio della catastrofe.
In scena c’è una famiglia della classe media e un imprevisto: un decesso, che porta con sé, per la protagonista e il marito, anche l’incontro con un uomo del passato, il padre biologico del loro bambino, un “teorema” da un paese straniero, dai margini, da un mondo che comunica in maniera differente, ma in fondo perpetua lo stesso fare patriarcale
A Roberta Torre piace insinuarsi nelle zone interdette. Qui la regista indaga sul terreno intimo e inesprimibile di un gruppo di donne trans che si ritrovano 20 anni dopo la scomparsa di una di loro, l’amata, bellissima Antonia. All’inizio lo schermo si accende di colori pop su una vasca/piscina dove sgambettano Nicole, Sofia, Mina, Porpora.
L’impossibile amore tra la stilista Petra von Kant (Margit Carstensen) e l’affascinante proletaria Karin (Hanna Schygulla), vissuto sotto gli occhi della silenziosa e sottomessa segretaria di Petra (Irm Hermann).
Per una Rimini invernale, fredda e desolata, si aggira la figura impellicciata di Richie Bravo, cantante austriaco ormai di una certa età che non si arrende al declino e insegue ancora i fasti di una carriera ferma agli anni ottanta.
A metà del XIX secolo, mentre Emily Dickinson era una scrittrice prolifica e in relazione d’amore con la cognata Susan, era comunemente ritenuta una donna sentimentalmente fredda e reclusa in casa.
A più di 30 anni dalla sua morte, la regista Annekatrin Hendel fornisce un nuovo approccio al fenomeno Fassbinder consentendo al regista di raccontare la propria storia collegando elementi autobiografici dei film con opere scritte inedite e interviste. La storia di un giovane studente con grandi ambizioni artistiche e uno stile di vita scandaloso che ha trasformato il paesaggio culturale tedesco ed internazionale con la sua furiosa energia.
Può un corso di cucina cambiarti la vita? Lo chiede la regista, proponendo una storia semplice, deliziosa come i piatti che presenta, di amore per la vita, per la cucina e per se stessi. La protagonista è una donna che ha consacrato la sua vita alla famiglia.
Attorno a una borsa Louis Vuitton piena di denaro, scoperta casualmente dall’impiegato di un hotel gravato dai debiti, ruota l’interesse di una serie di personaggi: una tenutaria seduttiva e letale, un assassino, un detective con una linea di condotta singolare e altri ancora.
Mustafa e sua moglie Salwa vivono in Palestina, in due paesi distanti solo duecento metri, ma divisi dalla barriera di separazione israeliana. Alla sera, quando tutto diventa buio, Mustafa accende una luce sul suo balcone per augurare la buonanotte alla moglie e ai figli che sono dall’altra parte e che, a loro volta, rispondono con un segnale.
Toronto. Su segnalazione del suo collaboratore Harlan (Dvorsky) Max Renne (Woods), presidente del canale televisivo 83 dedito a prodotti exploitation, rimane ossessionato dalle trasmissioni pirata provenienti da Pittsburgh di Videodrome, dove si vedono solo torture e omicidi in diretta.
INGRESSO GRATUITO
Il diario visivo di un massacro si apre con le immagini in bianco e nero di un paesaggio umano estatico nel dolore, e poi si accende di colori sui volti dei cadaveri distesi tra le macerie di Cizre.
INGRESSO GRATUITO
Storia e leggenda tra cavalcate e schioppettate. Quello del Muto di Gallura è un mito ottocentesco. A causa di una tremenda faida tra due famiglie cominciata per un “puntiglio” nel 1849, il giovane Bastiano Tansu, detto il Muto, si dà alla macchia e comincia a uccidere donne, uomini o bambini seguendo il codice della vendetta.