
La terra dei figli
Siamo in una spiaggia vuota e desolata: un ragazzo si scaglia contro un cane pronto a sbranarlo. Ad averla vinta è il ragazzo che con una lucidità disarmante accoltella il cane senza lasciargli scampo.
Siamo in una spiaggia vuota e desolata: un ragazzo si scaglia contro un cane pronto a sbranarlo. Ad averla vinta è il ragazzo che con una lucidità disarmante accoltella il cane senza lasciargli scampo.
John è un trentaquattrenne gentile e silenzioso, che di mestiere fa il lavavetri, in giro per Belfast. La sua esistenza terrena è condannata ad esaurirsi a brevissimo termine, per colpa di un male incurabile.
Le Ande sono parte fondamentale del Cile e di Santiago: stanno là a proteggere la città, a cullarla. Influenzano il clima e, ovviamente, la vita delle valli. Definiscono il carattere di un popolo. Per l’esule Guzmán, la vista di quelle montagne segna il momento del ritorno a casa.
GRAN PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA - CANNES 2021
Il terzo lungometraggio di Juho Kuosmanen è un tutt’altro che scontato road movie in cui il viaggio in treno assume il valore metaforico di una ricerca di empatia e di condivisione umana. Laura sta “scappando” in treno da Mosca, città nella quale si è trasferita dalla Finlandia e in cui vive con la sua compagna Irina.
Non vergognatevi della pelle d’oca e delle lacrime agli occhi quando sentite cantare Aretha Franklin. In fondo la chiamano la “Regina del Soul” per un motivo. Non è mai esistito nessuno come lei e, probabilmente, mai esisterà ed è grazie a documentari come Amazing Grace – presentato fuori concorso al Festival di Berlino 2019 – che abbiamo l’occasione di scoprire una delle voci più perfette e commoventi della storia della musica.
Antoinette è un'insegnante di Parigi che ha una relazione con il padre di una sua alunna. Lasciata sola dall'amante, che in estate non può esimersi dall'accompagnare moglie e figlia nelle Cévennes, catena montuosa nel sud della Francia, Antoinette decide di recarsi anche lei nella località di vacanza e qui provare a insidiare l'uomo che ama.
Napoli sogna nella prima metà degli anni ’80: l’arrivo di Diego Armando Maradona, Federico Fellini che sceglie le comparse. Si sentono già le voci, il mare, i palazzi sul lungomare, Piazza del Plebiscito illuminata, i miracoli con il monaco bambino incappucciato.
URSS anni '50. Natasha e Olga lavorano nella mensa di un Istituto di ricerca segreto. La mensa è il luogo da cui tutti finiscono per passare, compresi gli scienziati. Con uno di essi, il francese Luc Bigé, la donna ha un rapporto sessuale in un momento in cui è decisamente ubriaco.
PALMA D’ORO MIGLIORE ATTRICE A RENATE REINSVE – CANNES 2021
La persona peggiore del mondo è Julie. Giovane ragazza di Oslo che alla soglia dei trent’anni cerca di capire cosa vuole dalla vita, quali siano i suoi interessi, le sue passioni e le sue aspirazioni.
Tre storie d’amore in cui il caso e talvolta l’equivoco svolgono un ruolo fondamentale, ma anziché sabotare le geometrie sentimentali esaltano il desiderio e l’immaginazione. Tre racconti magistrali diretti da un regista giapponese che quest’anno ha vinto prima un Orso d’argento a Berlino
Non è solo la bravura e il carisma di due attrici appartenenti a generazioni diverse come Margaret Qualley e Sigourney Weaver a rendere prezioso My Salinger year, ma anche il tocco delicato e intelligente con cui Philippe Falardeau, candidato all'Oscar per Monsieur Lazhar, riesce a tratteggiare il mondo dell'editoria in cui si muovono, adattando con umorismo e delicatezza il romanzo "Un anno con Salinger" di Joanna Rakoff.
A metà degli anni ’70 Alejandro Jodorowsky è il nome di punta della scena surrealista. Il successo enorme di El Topo e de La montagna sacra gli consentono carta bianca per il suo progetto successivo. Istintivamente, Jodorowsky fa al suo produttore il titolo di un romanzo di culto per gli amanti della fantascienza, da molti considerato inadattabile: Dune di Frank Herbert.
LEONE D'ORO MIGLIOR FILM VENEZIA 2021
Più che la storia contano i gesti. Sono negli scatti nervosi di Anne, nei suoi occhi pieni di paura e di vergogna, negli sguardi sul suo corpo mentre continuano a trascorrere le settimane. Viene seguita di spalle, ma il desiderio della ragazza è anche quello di scappare dalla storia. Davanti a sé trova solo muri.
Le storie d'amore qualche volta finiscono male ma il debutto è sempre folgorante. Lo è quello di Alexis e David. Alexis affonda tra i flutti di un'estate (irre)quieta, David lo salva dal naufragio come un dio greco. Alexis ha sedici anni e una passione per i riti funerari, David pochi di più e un dinamismo che non conosce freni.
L’arminuta è il nuovo lungometraggio diretto da Giuseppe Bonito, recentemente in sala con Figli (2020). Il titolo, ispirato all’omonimo romanzo di Donatella Di Pietrantonio, vincitore del Premio Campiello nel suo anno di uscita, il 2017, è una profonda esplorazione delle divergenze tra classi sociali italiane negli anni ’70, vissuta attraverso l’esperienza di una ragazzina.
C’è un rito che si fa da bambini, quando si trova un dente di leone: soffiarci sopra, in modo che i semi, come tanti piccoli paracadute, si disperdano nel vento per depositarsi lontano. E, una volta atterrati, attecchiscano e crescano. Con quest’immagine fortemente evocativa si apre Maledetta primavera di Elisa Amoruso.
Il 16 dicembre 2016 tutta la famiglia Bellocchio si riunisce per un pranzo di festeggiamento. I fratelli ancora vivi, Letizia, Pier Giorgio, Maria Luisa, Alberto, insieme alle mogli, i figli, i nipoti… L’idea di Marco è di partire da lì per ritornare ancora una volta riesplorare la trama e il gorgo familiari, ciò che da sempre nutre le sue immagini.
Quattro anni dopo lo splendido A Ciambra, Jonas Carpignano torna alla Quinzaine des Réalisateurs di Cannes con A Chiara, titolo che “brinda” alla sua omonima protagonista (Swamy Rotolo, magnetica), quindicenne che di punto in bianco, senza alcun preavviso, scopre che il padre traffica droga per la ‘ndrangheta.
La guerra può saltare fuori anche da un frammento sfuggente. Nella parte finale c’è un gruppo di bambini che stanno giocando a calcio. Uno ha la maglietta del Partizan e l’altro della Stella Rossa. L’accesa rivalità tra le due squadre (il loro viene definito il “derby più cattivo del mondo”) non è solo calcistica ma è uno scontro quasi etnico.
PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA - VENEZIA 2021
Undici anni dopo Le quattro volte Michelangelo Frammartino riparte da quegli stessi luoghi, dalla stessa terra e dalla stessa luce. Con la consueta pazienza, lo studio meticoloso e la costruzione lenta che caratterizzano il suo cinema torna in Calabria per raccontare una storia antica.