Il caso Belle Steiner

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Titolo originale: Belle

Francia, una sera di pioggia, in un interno borghese. Una coppia di mezza età sta cenando con una ragazza. L’ottica Cléa Constant (Charlotte Gainsbourg) e il marito Pierre (Guillaume Canet), insegnante di matematica in un liceo, ospitano infatti Belle Steiner, figlia della più cara amica di Cléa. La donna accompagna Belle al cinema, poi va da alcuni amici. Pierre invece resta nel suo studio, in uno scantinato buio, e si dedica ad alcuni calcoli matematici. Poco dopo Belle rincasa e Pierre se ne va a dormire. La mattina seguente la ragazza verrà ritrovata assassinata nella sua stanza completamente nuda e con molto whisky in corpo. Pierre è il primo e solo sospettato, ma cosa è successo davvero? Benoît Jacquot adatta liberamente il romanzo La morte di Belle (1952) di Georges Simenon, già portato sullo schermo da Edouard Molinaro nel 1961 (La morte de Belle). Jacquot sposta l’azione dagli Stati Uniti alla Francia e lascia un finale molto più aperto e libero a molteplici interpretazioni. Semplicemente straordinari Guillaume Canet nei panni dell’apatico guardone Pierre e Charlotte Gainsbourg in quelli di Cléa, che aiuta gli altri a vedere meglio (è un’ottica), ma forse non sa vedere… Estremamente affascinante l’“indefinibilità” del nuovo film di Jacquot. Dramma esistenzialista, noir, poliziesco, indagine delle psicologie umane, della vita di coppia, delle repressioni borghesi… Il ritratto che resta (aperto) è un quadro a tinte fosche della commedia/tragedia umana.