Titolo originale: Frères
Tratto da una storia vera e ambientato nella Francia del 1948. I piccoli Patrice e Michel, trascurati dalla madre, sono dati in affidamento a una coppia che vive in campagna. Il padrone di casa s’impicca e Patrice, nel tentativo di salvarlo, taglia la corda che teneva l’uomo appeso al soffitto, provocandone la caduta al suolo. Si convince allora di aver causato la sua morte e, per non finire in prigione, si rifugia in una foresta assieme al fratellino. Nessuno li cerca e, i due, per sette anni, vivono allo stato brado, nutrendosi di bacche e animali. Passano gli anni e la madre, per evitare di essere denunciata, li rintraccia e decide che i due, ribelli alla disciplina scolastica, debbano vivere separati. Divenuti adulti, Patrice (Yvan Attal) è un noto architetto, sposato e padre di due adolescenti; Michel (Mathieu Kassovitz) è laureato in medicina. Casas intreccia la storia di Patrice e Michel bambini con loro adulti e regala allo spettatore una storia sofferta e poetica. Ammirevole il rapporto tra i due fratelli e, sin dalle prime battute, si intuisce che Michel è divorato da un malessere interiore che neppure l’amore del fratello riesce a sanare.