Titolo originale: Id.
Il film comincia come un “film del colpo grosso” (nel Massachusetts 1970, JB, ex falegname, tenta un colpo d’arte ambizioso in un museo locale), ma dopo le prime scene il film racconta la peregrinazione solitaria di un uomo che ha perso scopo e direzione, e girovaga per gli Stati Uniti come un vagabondo all’epoca della Grande Depressione. In realtà JB può essere interpretato come il simbolo della generazione hippie, quella che ha disertato la guerra nel Vietnam e si è persa nelle droghe facili alla ricerca di un altro mondo possibile. In JB, interpretato da Josh O’Connor con la sua tenerezza e simpatia, personaggio ambiguo e sfuggente, laconico e goffamente disperato, si respira lo smarrimento post-sessantottino, e il contrasto fra lui e il padre giudice supremo è anche quello fra i figli ribelli e i padri autorevoli di quegli anni. Una commedia nera, una riflessione sempre più amara sugli Stati Uniti, sulla media borghesia. I prodromi di quello che decenni dopo diventerà lo scivolo del trumpismo, una resa morale già in atto da anni.
