Accattone

Pasolini Accattone 07

Accattone e i compagni della borgata romana si muovono in gruppo, e dietro di loro un drappello scalpitante di ragazzini, generazione di ricambio senza speranza. Le donne, invece, restano immobili, icone sacre, a comporre una sinfonia dreyeriana. “Non si può concepire una pala d’altare con le figure in movimento” dice il regista. Soltanto Stella avanza, apparizione celeste. Tutto è fermo, i confini del lager sono invalicabili. “Mo’ sto bene” mormora Franco Citti, finalmente angelicato nella fissità della morte. Folgorante esordio di Pasolini che, come nella produzione letteraria, mette al centro i ragazzi delle borgate romane e la loro derelitta quotidianità, sottolineandone la vitalità sottoproletaria autentica e tragica.

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