È stata la mano di Dio

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Napoli, anni ’80. Nella vita di Fabietto s’intrecciano gioie inattese come l’arrivo di Diego Maradona e una tragedia improvvisa che gli indica la strada per il futuro. Chiaramente autobiografico, è il film più intimo, magico ed essenziale di Sorrentino, il suo Amarcord. Un racconto maturo e commovente che si lascia alle spalle manierismi eccessivi e riesce a valorizzare un cast umanamente vincente. Un film sui legami, sulla famiglia, sull’identità e sull’elaborazione del lutto, ma anche un racconto incredibilmente vivido di Napoli e della sua anima. È un film dai codici prettamente partenopei, che potrebbero a volte sembrare inaccessibili. La tensione continua tra commedia e tragedia funziona, con risate sguaiate che si alternano a momenti di grande intensità, a volte mischiandosi in maniera dissacrante.

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