Stringimi forte

serre moi fort

Titolo originale: Serre moi fort

Una mattina, Clarisse, moglie e madre di due bambini, prepara il bagaglio, entra nella sua auto e parte, abbandonando la casa dove vive con la sua famiglia. Fra flashback e flashforward, prospettive e ricordi, lentamente emerge una storia diversa. Si tratta di un mélo. E come in “Drive My Car” di Hamagushi, al centro del film, a dare il ritmo e direzione alla narrazione, c’è una vecchia coupé che la protagonista guida con calma e tenacia, tenendo il volante in direzione della propria esperienza mentale. L’automobile, come nel film giapponese, è una sorta di carro funebre. E il ruolo del film non è quello di farlo avanzare, ma piuttosto di riuscire a parcheggiarlo da qualche parte, perché il lutto della donna possa infine consumarsi. Entrambi i film, a Cannes nel 2021, uno in Concorso l’altro inspiegabilmente no, appaiono come un lungo addio in cui il mélo si sovrappone al road movie.

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