Il multiverso è vivo. Ci si diverte un mondo con l’opera seconda dei Daniels, avventurona con un’inedita Michelle Yeoh proprietaria di una lavanderia e ultima speranza dell’universo, minacciato da un villain che ha i mille volti e il cuore spezzato di sua figlia. Ma in questo marasma in cui ogni cosa è ovunque e tutta in una volta, ogni remix, ogni esistenza possibile, alternativa o parallela, è un dolore in più: è la prova di quanto siamo intercambiabili, sostituibili e perciò insignificanti. In questa follia perturbante delle immagini, per la generazione Z le potenzialità infinite vogliono dire perdita: del valore del presente, del peso delle cose, del desiderio. Tutto tutto uguale niente niente. Come si torna a vedere e a vivere? Come si combatte il buco nero dell’occhio che divora? Con un occhio giocattolo, il terzo occhio taoista, che rovescia il nichilismo assieme alla resistenza gentile dell’amore.