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Opera prima in bianco e nero, di visionaria crudeltà, liturgica lentezza e obliqua politicità, sui proletari destinati al supersfruttamento. Come il protagonista, il non attore indio José Luis Nazario Campos, che possiede solo forza lavoro. E finisce a picconare i buchi più pericolosi e infernali, dopo fallimentari tentativi con i galli da combattimento e i taxi tuk-tuk. Un road movie sottoproletario che dalle baracche che gridano vendetta delle favelas di Lima ci conduce al gelo di La Rinconada, dove si ruba oro al ghiacciaio Ananea Grande (a 5.100 metri di altitudine), passando per miniere d’oro più “normali”, dove i padroni pianificano la morte dei lavoratori meno esperti per risparmiare sui salari, e senza scandalo.