Appunti per una Orestiade africana

Pasolini Orestiade africana 01

Pasolini pensava di ambientare le tre tragedie eschilee  (“Agamennone”, “Coefore”, “Eumenidi”) nell’Africa contemporanea, in bilico fra tradizione tribale e modernità occidentale. Reportage in voce off, con dibattito, che diventa musical, da Eschilo, con Cassandra blues singer e Gato Barbieri al sax. La Tanzania maoista contro un barbaro passato. Come nella Grecia antica la “catarsi” è la dea della ragione che sconfigge le Furie (guerra di liberazione) e fonda la democrazia, mutando le dee del terrore in Eumenidi, protettrici dei sogni e dei poeti. Non c’è progresso senza sintesi con la tradizione: il “coro greco”, cioè canti e danze ataviche, proteggerà l’Africa dal neocapitalismo? Per interpretare Oreste Pasolini pensava a Muhammad Ali. Nella lettura pasoliniana non c’è nulla di consolatorio: il mondo moderno in cui arriva Oreste è percorso da violenze atroci, mostrate da materiale di repertorio al limite dell’insostenibile.

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