Il ritratto del duca

duca

Titolo originale: The Duke

Newcastle, 1961. Kempton Bunton ha 60 anni e qualcosa da dire, sempre contro il governo, contro la stupidità, contro l’ingiustizia sociale soprattutto, che combatte come Robin Hood nella contea di Nottinghamshire. Ma la battaglia più strenua è quella domiciliare con sua moglie, una donna inasprita dalla vita e dalla morte prematura della loro figlia. Kempton scrive drammi che nessuno leggerà e si batte con la BBC per abolire il canone agli anziani e ai veterani di guerra. Metà del tempo lo passa a opporsi, il resto a cercare un lavoro. Per contribuire all’economia familiare, il figlio minore ruba alla National Gallery il ritratto del Duca di Wellington di Francisco Goya. Il padre diventa complice chiedendo un riscatto al governo inglese da reinvestire in opere di bene. L’imprevisto, però, è dietro l’angolo… Roger Michell, il regista di Notting Hill, si lascia inebriare dall’abilità del suo “impostore”, trascrivendo con piglio la tristezza e la solitudine di chi ha voglia di rialzarsi. Ritratto su tela e sfondo, una Gran Bretagna euforica e febbrile al debutto degli anni ’60, il film non si interessa troppo al furto ma a chi lo compie in un crescendo emotivo da piangere. L’opera malinconica intrisa della solitudine degli esseri resta nella memoria. Irresistibile la schermaglia british tra Jim Broadbent, irresistibile bugiardo, e Helen Mirren, acida e sarcastica, due campioni di simpatia. Una commedia dal tono lieve e scanzonato, ma dai temi importanti come la discriminazione razziale, il lutto familiare, la sperequazione sociale, la tutela dei più deboli.

Link IMDB

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