Tra due mondi

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Titolo originale: Ouistreham

Marianne, scrittrice, per svolgere un’indagine sul mondo del lavoro precario, si fa assumere in una squadra di pulizia che rassetta le cabine dei traghetti: lo fa in incognito, creando rapporti stretti con alcuni dei suoi colleghi, immergendosi in un ambiente e in una cultura, in un vissuto concreto fatto di intimi legami, confessioni, condivisione quotidiana. L’investimento umano ed emotivo le crea dilemmi, soprattutto alla luce dell’intesa con Christelle di cui vampirizza l’esperienza di vita. L’oscillare della donna tra un dentro (il reale vivere precario) e un fuori (la sua scrittura) riflette quello del film che da un lato rappresenta una situazione, dall’altro evidenzia i limiti dello sguardo lanciato su di essa. Carrère, giocando di messa in abisso, paventa l’impossibilità di mutuare realmente condizioni e punti di vista altrui, da scrittore teorizza sull’ambiguità del proprio metodo letterario e, indirettamente, sembra ragionare sulla sottaciuta vena paternalistica di tanto cinema sociale. Se non c’è rischio ed effettiva messa in gioco del proprio status, dirsi di essersi mimetizzati in un altro mondo per rendere visibili gli invisibili è un alibi che rassicura la coscienza, una chimera autoassolutoria, la gratifica morale che vela l’utilitarismo e il narcisismo di fondo dell’operazione.

Link IMDB

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