Titolo originale: Salò o le 120 giornate di sodoma
Durante la repubblica di Salò quattro fascisti fanno sequestrare in una villa giovani di entrambi i sessi, e li usano per il proprio piacere, eccitati dai racconti di tre narratrici. Ispirato a De Sade, l’ultimo film di Pasolini rovescia la gioia della Trilogia della carne in una agghiacciante parabola di morte: il sesso diventa sopraffazione e consumazione meccanica, i corpi sono degradati a oggetti da odiare e distruggere. La cornice storica del fascismo è un travestimento della contemporaneità, nella quale l’assuefazione alla violenza rende egualmente complici vittime, carnefici e spettatori.