Ritorno a Seoul

ritorno a seoul

Freddie ha 25 anni, da molto piccola è stata adottata da una coppia francese che l’ha cresciuta amorevolmente, ma per qualche recondito motivo le sue origini coreane rimangono per lei un nodo irrisolto. In maniera piuttosto fortuita è costretta a trasferire il suo viaggio da Tokyo a Seoul, luogo in cui non riuscirà a ignorare il richiamo delle sue radici e finirà per mettersi alla ricerca della sua famiglia biologica. Nel giro di anni, fatti di silenzio, freddezza e poi riavvicinamenti, Freddie prova a ricostruire i pezzi sparsi della sua identità.  Davy Chou, astro emergente del cinema internazionale, filtrando la sua stessa esperienza di immigrato, compone un bellissimo ritratto giocato sulla riduzione e sul minimalismo emotivo, che ha il notevole pregio di risultare toccante e illibato pur essendo imbevuto di un’irrimediabile disperazione di fondo. Un film che riesce ad essere vero senza rinunciare alla delicatezza e alla sensibilità, mostrando finezza e stile, compattezza e spessore drammatico.

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