Keaton è William Canfield Jr., figlio di un rude battelliere del Mississippi, proprietario di uno scassato battello a vapore. Delude il padre con i suoi modi da damerino e perché si innamora della figlia del suo rivale, il ricco King. Ma si riscatta comportandosi eroicamente durante un uragano. Impassibile di fronte al caos, paradossalmente fiducioso in un ordine negato dalla realtà (i salvagenti affondano invece di galleggiare), Buster affronta vittoriosamente addirittura un ciclone: il vertice del film. Di grande effetto, anche oggi, le sequenze catastrofiche: un’intera facciata si rovescia e Buster ne esce incolume avendo la fortuna di trovarsi in corrispondenza di una finestra. L’effetto è logico, matematico, architettonico, distruttivo ma mai fine a sé stesso, una sintesi del cinema keatoniano.
A seguire
COPS (USA 1922) di Buster Keaton e Eddie Cline 18'
Qui il personaggio di Keaton, pur armato delle migliori intenzioni, scivola progressivamente in una spirale kafkiana di colpevolezza alla quale, sul finire, sembra non avere più la forza di opporsi, scegliendo di farsi “inghiottire” dai cancelli del commissariato di polizia. L’ultima sequenza, in cui Buster è inseguito da una moltiplicazione terribile di poliziotti invadenti e vendicativi che anneriscono lo schermo col loro pullulare, resta tra le più celebri e immediatamente iconiche della storia del cinema.