Tre bambini, in diverse epoche del Novecento, 1918, 1943 e 1978, attraversano le guerre mondiali e gli anni di piombo. Resistere, ricordare, rivendicare: per Massi l’animazione è ancora una volta un potente mezzo espressivo. “Invelle”, in dialetto marchigiano, significa “in nessun posto”, e Massi racconta un non luogo popolato di ricordi, di persone anonime che hanno attraversato vari orrori della Storia. A raccontare i 40.000 fotogrammi disegnati a mano uno per uno ci sono le voci, tra gli altri, di Baliani, Celestini, Lo Cascio, Marcorè, Servillo, Timi.