Sangue hi-tech

Il cinema di Park Chan-wook

Autori: a cura di Serena Agusto, Luisa Ceretto, Ariadna González e Alberto Morsiani

Editore: Le Mani

Prima Edizione

Park Chan-wook, per tutti "Mr. Vengeance", uno dei maestri indiscussi del cinema coreano contemporaneo, è nato nello stesso anno, il 1963, di Quentin Tarantino, al quale lo accomunano l'estetica della violenza e il tema della vendetta. Laureato in filosofia in una università cattolica, innamorato del cinema (sedotto da una sequenza di "La donna che visse due volte" di Hitchcock), critico cinematografico, ha impiegato molto tempo per affermarsi e avere successo, nonostante alcuni film molto interessanti, ma, a partire da "Sympathy for Mr. Vengeance" (2002), ha infilato una serie di piccoli capolavori intrisi di fatalità e disperazione. Il suo è un cinema fortemente simbolico e provocatorio, spiazzante e urtante, con intrecci attualissimi e controversi, caratterizzato dall'abilità visiva e dalla sperimentazione delle nuove tecnologie. L'esperienza di vedere i suoi film ha qualcosa di fisico, non solo di mentale o intellettuale. I personaggi si dibattono tra dolore e paura, ma sono aperti alla speranza della felicità. Del resto, cos'è la vita se non altalena tra dolore e felicità? Di questo autore immaginifico e sorprendente, il libro, pubblicato in concomitanza con la retrospettiva organizzata dall'Associazione Circuito Cinema di Modena e dalla Cineteca di Bologna, ripercorre l'intera carriera a partire dai primi film inediti fino alle ultimissime prove, attraverso alcuni saggi sul suo cinema, un'antologia della critica italiana e internazionale e una scelta delle dichiarazioni del regista.

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