E la festa continua!

01

Titolo originale: Et la fête continue!

Ritorno all’ovile di Marsiglia, dopo una parentesi in Mali, per Guédiguian, fervente difensore dei lavoratori, dal romanticismo ostinato. Ritorno anche alla sua famiglia cinematografica quasi al completo (Ascaride, Meylan, Darroussin, Boudet…) per cercare insieme, nella notte disillusa della crisi politica, spiragli di possibilità. In mezzo al crollo dei valori, ma anche al crollo materiale: quello dei due palazzi venuti giù in rue d’Aubagne, il 5 novembre di cinque anni fa. Otto morti e quattromilacinquecento persone brutalmente evacuate in seguito alla tragedia, provocata dalla volontaria cecità delle autorità pubbliche. Tra le macerie di una Marsiglia alla deriva e di una sinistra disunita, Guédiguian si chiede, al pari dei suoi compari Loach e Moretti, come continuare: a credere, a lottare. Il suo cinema è riconoscibile al primo sguardo. Didattica senza dogmatismo. Lirismo senza esaltazione. E’ interessato alla realtà, non al realismo. Come Fassbinder in “Querelle”, si lancia talvolta in atmosfere oniriche, luminose e pittoriche. Il cinema di un autore popolare. Un cinema per provare a cambiare il mondo: “Una parola può guarire il male che una parola ha causato” (Eschilo). L’inaffondabile Rosa (Luxemburg?), candidata ambientalista alle comunali, incarna questo dubbio, urlando durante sterili comizi elettorali dove ogni fazione della sinistra si schiera, sorda, sulle proprie posizioni. E’ con un tono meravigliosamente leggero, con i toni quasi magici di un racconto, che il regista riversa sullo schermo tutte le sue ossessioni: l’agonia comunista, l’eredità armena, i rapporti familiari, la miseria umana e sociale, il collasso dei servizi pubblici, la corruzione politica e, naturalmente, il processo creativo. Potere unificante dell’arte. Emergono dal film immagini che ci afferrano. Una coppia matura che balla nel chiaroscuro della terrazza di un ristorante. Una cena romantica davanti ai riflessi azzurri del Mediterraneo. Il film riesce a trasportarci con il suo mood singolare, dove il blu diventa il colore della speranza, mescolando la sua veste malinconica con l’orizzonte del sogno e del nuovo. Difficile non commuoversi davanti allo spettacolo del finale, sotto il busto di un Omero consolatore. Attraverso la forza della favola, alla quale si dedica interamente, Guédiguian contribuisce luminosamente a perpetuare il ricordo di una tragedia che non sarebbe avvenuta in un mondo diverso. “E la festa continua!” è una storia marsigliese dove si concentra tutto il rumore del mondo. Un film corale più che un’epopea eroica, perché il nostro periodo buio non ha bisogno di eroi ma di impegni. Non c’è quindi una storia nel film di Guédiguian, ma vite di donne e di uomini. Fusione di intimo e politico. Credere in una seconda possibilità in amore, riconnettersi con un padre che magari abbiamo giudicato un po’ in fretta, non è anche questa una forma di impegno? I personaggi del regista sono combattivi, senza perdere la loro tenerezza, la loro riserva d’amore, di ottimismo e di amicizia. “Il cuore ha le sue ragioni che la ragione ignora” (Pascal).

Alberto Morsiani