Il matrimonio di Rosa

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Titolo originale: La boda de Rosa

Sono tanti i familiari che assillano la povera Rosa, sarta nubile alla ricerca dell'anima gemella. Esiste un uomo che potrebbe renderla felice? A 45 anni si potrebbe forse rinunciare definitivamente al progetto, ma tutti confidano in lei ed avrebbero tanto voluto che si accoppiasse. E' a questo punto che le viene un'idea. Una stravaganza uscita dalla sua immaginazione di donna libera che non può contare che su stessa. Ci sarebbe però un uomo nella sua vita che attende, non sempre presente, mai davvero lontano da lei, che Rosa vede di quando in quando se si presenta l'occasione e che, agli occhi dello spettatore, non sarebbe neppure una cattiva scelta. Dopo tutto, il tempo passa in fretta, molto in fretta. E' quello che lo spettatore si dice nel corso dell'intera proiezione. Perché, come in ogni commedia sentimentale che si rispetti, lo spettatore entra subito a far parte del gruppo ristretto dei vicini più prossimi della protagonista. Diventa parte della sua vita. Purtroppo, Rosa non ha fatto altro nella sua esistenza che pensare agli altri (il padre, la sorella, il fratello, la figlia...) e questi altri alla lunga l'hanno data per scontata. Finalmente lei decide, un giorno, di ricordare a questi altri che, contro ogni aspettativa, è necessario un cambiamento radicale prima che sia troppo tardi, che è venuta l'ora di fare di testa propria, come è giusto che sia. Tutti allora sono contenti, e lo spettatore con loro. E' sulla ricerca di una completa liberazione che si manifesta così la regia di Iciar Bollain: tramite il suo film, siamo affettuosamente invitati a una unione sacra con la propria identità, sgombra da ogni restrizione, proiettata verso l'eternità. La famiglia mediterranea, spagnola ma potrebbe essere italiana, si presenta qui in tutto il suo splendore, non rinunciando mai ai suoi slanci drammatici, talvolta anche tragici; ma i personaggi, sempre coscienti dei sogni che li abitano (si veda la sequenza onirica dell'incipit, con Rosa che corre per strada incitata lungo il percorso della competizione dagli astanti...), sprigionano senza sosta un'aura di sensualità che non bisogna sottovalutare. Però il film è soprattutto Rosa, e la sua eccellente interprete, Candela Peña: brucia, letteralmente, lo schermo, si impadronisce di alcune sequenze, nelle quali, istintivamente, la frontiera tra le direttive impartite dalla regista e la presa in mano del proprio personaggio quasi si annulla. Al punto tale che ogni movimento, ogni gesto, ogni parola di Rosa diventa come una offerta graziosamente rivolta allo spettatore. Potremmo dire che Candela, grazie alla sua arte, giustappone delle espressioni attoriali dei decenni passati, tipo gli anni '50 e '60 od anche '70, a quelle delle donne di oggi, un presente per esse finalmente liberalizzato, o almeno è quello immaginiamo e speriamo.