Titolo originale: Le Parfum Vert
Un omicidio che avviene alla luce del sole, o meglio, sotto le luci della ribalta; e la vittima, prima di morire, con un filo di voce denuncia gli assassini. Una donna con la parrucca bionda; scale a chiocciola; un viaggio in treno fatto di inseguimenti e malintesi; un altro omicidio. I riferimenti hitchcockiani che pervadono Il mistero del profumo verde non sono mai banali; La signora scompare, La donna che visse due volte, Complotto di famiglia, Il sipario strappato sono solo alcuni dei titoli che vengono in mente tra femmes fatales e intrighi internazionali. Ogni elemento messo in scena ritrova una sua funzione nel racconto, e il tono e i personaggi originali e contemporanei creano un genere di suspense che aggiorna quella del maestro inglese. I protagonisti, Martin (Vincent Lacoste), attore della Comedie Française e Claire (Sandrine Kiberlain), disegnatrice di fumetti, si innamorano all’istante, non appena lei capisce che lui è un tipo bizzarro. Rapito e drogato, Martin è ricercato: tutte le prove sono contro di lui. Centrale allo sviluppo dell’intrigo è un umorismo ben calibrato, irresistibile, che non deve solo alla sceneggiatura ma soprattutto ai due interpreti protagonisti. Anche in L’innocent di Louis Garrel, dove troviamo la stessa combustione di generi, tra la commedia e il thriller. Non a caso, Nicolas Pariser, regista che con questo film firma il suo terzo lungometraggio, si è già confrontato con entrambi i generi: prima in The Great Game (2015), thriller sociologico che segue i passi di un ghost writer di un politico, e poi in Alice e il sindaco (2019), commedia con protagonista Fabrice Luchini che cerca di creare un ponte tra il mondo degli affari pubblici e quello della filosofia. Effettivamente, in Il mistero del profumo verde di politica ce n’è, anch’essa ben sparsa nella sceneggiatura. “Abbiamo ingannato la vostra generazione, vi avevamo promesso un buffet e invece quando siete arrivati era già finito tutto”. Due generazioni si parlano senza comprendersi. Con quella capacità tutta francese di dare consistenza al tourbillon de la vie preservandone la leggerezza, Parisier porta il classico nel contemporaneo, recuperando lo statuto del giallo-rosa per stare al passo svelto e leggiadro di una commedia che è anche una spy story, un’allegoria politica che non rinuncia alla tensione romantica.