Titolo originale: 風の中の牝鶏 Kaze no naka no mendori
Sola con il figlioletto, Tokiko è costretta a prostituirsi quando il piccolo ha bisogno di cure. Il marito, tornato dalla guerra, apprende la verità e reagisce violentemente. Ozu si ispira a un romanzo di Naoya Shiga per raccontare, senza indulgenza e senza eufemismi, il travaglio post-bellico e la condizione femminile. L’intreccio viene spinto verso punte sorprendentemente crude prima di arrivare a riconfermare la fiducia nella sostanziale bontà degli uomini. Il taglio di luci noir ed espressionista è una variazione significativa nel sistema formale del regista, tutt’altro che statico e in continua evoluzione.