Anni ’80. Arthur ha un talento raro: riesce a percepire, come un rabdomante, la presenza delle tombe etrusche che costellano il litorale tirrenico, virtù apprezzata dai suoi amici tombaroli in cerca di reperti da rivendere al mercato nero. Ma mentre loro inseguono il profitto l’inglese è alla disperata ricerca di un passaggio verso l’aldilà che potrebbe ricongiungerlo a Beniamina, la ragazza che ha amato e perduto. E’ una battaglia tra vettori contrapposti – fedeltà e desiderio, bene comune e possesso, predestinazione e libero arbitrio – che strattonano qua e là gli esseri umani, incapaci di seguire semplicemente le traiettorie del volo degli uccelli secondo le regole assegnate a questa parte di universo. Ed è un film completamente libero come sa esserlo il cinema della Rohrwacher , che sceglie il tempo del racconto cominciando lentamente, per dare al suo protagonista lo spazio di una rincorsa fatale e accelerando in ascese velocissime che rivelano una comicità da film muto.