Autori: a cura di Alberto Morsiani e Serena Agusto
Editore: Falsopiano
Prima Edizione
Quando, nel 2008, esplode il “caso” Garrone che, a seguito dell’enorme successo del suo Gomorra, ivi compreso il Gran Premio a Cannes, ottiene riconoscimento e fama internazionale, il fatto non coglie certo di sorpresa i più avveduti. È almeno da L’imbalsamatore (2002), triangolo d’amore glaciale e grottesco assieme, che il regista romano è oggetto di particolare interesse e attenzione critica. Senza dimenticare le prime prove, Terra di mezzo, Ospiti, Estate romana, studi di disagi esistenziali e di marginalità quotidiana e non per questo meno sconvolgente. Non è un caso se si è scelto di intitolare questo libro “Cronache dal sottosuolo”, parafrasando Dostoevskij. Come nel grande romanziere russo, anche in Garrone c’è attenzione per la sofferenza dell’uomo socialmente degradato e insieme incompreso nella sua vera natura; c’è un simile intreccio di umorismo grottesco e critica di costume (si pensi a Reality); ci sono i motivi della “doppiezza” psicologica e della spaccatura tra l’essere e il sembrare dell’io; c’è fine indagine psicologica e sottolineatura degli aspetti allucinanti e demoniaci dell’uomo, spesso colto in situazioni estreme, preda di ossessioni e stati morbosi,( costretto a confliggere con una società che non lo capisce. C’è, insomma, nel cinema di Garrone, un costante conflitto di idee e sentimenti, una tensione latente tra passione e ragione); il tutto all’interno di un paesaggio, urbano e no, di grande suggestione, (spesso livido e grigio, che la macchina da presa indaga con attenzione e in cui immerge i personaggi con intenti anche simbolici.) Un cinema intenso, di forte originalità, che ha fatto diventare Garrone uno dei maggiori autori del cinema italiano ed europeo. Al regista e ai suoi film il libro, aperto da una ampia intervista, dedica numerosi approfondimenti e studi critici, oltre a ricchi apparati di documentazione.